Indipendentemente dagli eventuali illeciti, la presenza del Trota in politica era un clamoroso obbrobrio per come si era determinata e per la palese incompetenza della persona, il cui unico “merito” era il cognome. Indipendentemente dalla fede politica di ognuno.
Eppure, una volta di piu’, si conferma la bestialita’ che il riferimento della compatibilita’ dei comportamenti in politica e’ il codice penale.
Grazie Di Pietro.
Intanto i partiti si danno un codice etico per cui si impegnano a non candidare chi e’ stato condannato.
E io che pensavo che non li candidassero per non perdere i voti.
Alla faccia del marketing delle idee (politiche).
Avviso da subito che questo post non ha niente a che vedere con il marketing.