Oggi pomeriggio infatti mi ero messo di buzzo buono per scrivere un post riguardante il “caso Sauvignon” in Friuli.
Però man mano che scrivevo mi rendevo conto che ne usciva un post pedante ed inconcludente.
Allora ho deciso di cambiare tutto e lasciare il post sui “furbetti del pirazino”, come li ha definiti splendidamente un mio amico che aveva previsto il trambusto di questi giorni con mesi di anticipo, a quando si sarà chiarita la situazione.
Per il momento indico un po’ di link con cui quelli di voi più interessati a quanto accade nel mondo del vino possono farsi un’idea della questione. Il Piccolo 1, Il Piccolo 2 Il Messaggero Veneto 1 Il Messaggero Veneto 2(che malgrado il nome è il quotidiano di Udine), Intravino, Il Fatto Quotidiano, L’Espresso, e Dagospia (che per rafgioni che mi sfuggono ultimamente sta dedicando una particolare attenzione al vino).
E dove mi ha portato a parare il cambiamento?
Al libro che ho comprato circa un mese fa, bighellonando in libreria (cosa che non succedeva da anni, nelle librerie on-line non so bighellonare, sarà l’età): “Cervello alto e cervello basso: perchè pensiamo ciò che pensiamo”, Stephen M. Kosslyn e G. Wayne Miller, Bollati Boringhieri, 2015.
Utilizzando (anche) le moderne tecniche della mappatura per immagini delle funzioni cerebrali all’interno del classico approccio analisi/verifica, gli autori propongono una nuova teoria per cui il cervello funziona per SISTEMI e non dicotomie.
Soprattutto questi sistemi non seguono la conosciuta suddivisione in emisfero sinistro, logico e analitico, ed emisfero destro, artistico ed intuitivo. Bensì cervello basso (lobi occipitale, temporale e parte inferiore del frontale) e cervello alto (lobi parietale e parte superiore del frontale).
Il cervello basso è largamente coinvolto nell’elaborare gli imput provenienti dai sensi e nell’utilizzarli per attivare i ricordi appropriati relativi a specifici oggetti ed eventi, mentre il campo d’azione per eccellenza del cervello alto è concepire e portare avanti dei piani.
Ovviamente tutti utilizziamo costantemente entrambe i sistemi, però tutti abbiamo una tendenza ad utilizzare un sistema rispetto all’altro incaso di utilizzo opzionale e non “situazionale”. Cos’è l’utilizzo opzionale? Gli autori fanno l’esempio tra il camminare, azione dettata principalmente dalla situazione (voglio andare da A a B e quindi devo camminare) ed il ballare (difficilmente mi troverò nella situazione di dover assolutamente ballare, però se mi piace ballare approffiterò di tutte le occasioni/opzioni che ho ho per farlo).
Dalla combinazione della nostra attitudine ad utilizzare in diversa misura i due sistemi si generano 4 modalità cognitive:
1. Cervello basso molto utilizzato+cervello alto molto utilizzato: modalità dinamica.
2.Cervello basso poco utilizzato+ cervello alto molto utilizzato: modalità stimolativa.
3. Cervello basso poco utilizzato+cervello alto poco utilizzato: modalità adattiva.
4. Cervello basso molto utilizzato+cervello alto poco utilizzato: modalità percettiva.
E’ bene sottolineare come l’intesità di utilizzo dei due sistemi sia un continuum e non si realizzi invece per gradi discreti come lo schema qui sopra sembra suggerire. La schematizzazione però è utile per la comprensione.
A questo punto mi sono sopreso a trovare una similitudine tra questa teoria e quella degli stili di apprendimento di Peter Honey in cui mi sono imbattuto più di 10 anni fa durante un corso di formazione del managemente del gruppo Eckes-Stock (bei tempi). Questa teoria identifica 4 ruoli fondamentali che le persone tendono a prendere all’interno di un gruppo: leaders, realizzatori (doers), pensatori (thinkers), accuditori (carers).
A questo punto istintivamente mi è venuto da azzardare queste corrispondenze:
- modalità dinamica = leader.
- modalità stimolativa = realizzatore.
- modalità adattiva = accuditore.
- modalità percettiva = pensatore.
E sono solo a pagina 42 …….
Buonanotte (e non Federico, non ho riletto quello che ho scritto, anche perchè domattina la sveglia suona prima dell’alba che vado a Bologna a SANA, la fiera del biologico).