Recenetemente in Bosco Viticoltori ho realizzato una ricerca sull’atteggiamento del consumatore USA nei confronti del Prosecco.
Credo che possa essere non solo di interesse, ma anche di utilità generale e quindi l’ho pubblicata su slideshare. Questo è il link
Di seguito il comunicato stampa che l’accompagna:
Comunicato stampa
L’ATTEGGIAMENTO DEI CONSUMATORI U.S.A. NEI CONFRONTI DEL PROSECCO: UN’INDAGINE DI BOSCO VITICOLTORI E DOXA ADVICE.
Quale sarà il futuro del Prosecco?
La crescita dei consumi continuerà ai ritmi che ne hanno decretato il successo nell’ultimo decennio?
Che effetto avrà sul mercato l’entrata in produzione dei nuovi vigneti piantati durante gli ultimi tre anni?
E’ proprio nelle fasi favorevoli del mercato che le aziende più attente pianificano lo sviluppo.
Per questo la Bosco Viticoltori ha commissionato a Doxa Advice una ricerca sugli atteggiamenti e comportamenti di consumo di Prosecco da parte del consumatore statunitense.
“Negli U.S.A. il consumo di Prosecco sta crescendo a ritmi vertiginosi” secondo Lorenzo Biscontin, direttore Generale della cantina di Salgareda (TV) “il punto è capire in che misura questo trend continuerà anche nei prossimi anni ed i risultati della nostra ricerca sono molto promettenti.”
Dall’indagine risulta infatti che solo il 50% dei consumatori statunitensi di vino conosce oggi il prosecco, ma oltre la metà di quelli che conoscono il prodotto ne sono anche consumatori.
Da sottolineare poi che a fronte di un 61% di consumatori che dichiara un consumo costante, ben il 36% dichiara di aver aumentato il consumo di prosecco negli ultimi 6 mesi.
A confermare le prospettive positive per il Prosecco negli U.S.A. anche la penetrazione superiore alla media che si riscontro nei segmenti giovani e con i più alti livelli di reddito ed istruzione.
“Il Prosecco negli U.S.A.” commenta Massimo Sumberesi, Direttore Generale di Doxa Advice, “appare come una scelta di stile guidata dai consumatori più moderni ed evoluti e non un’alternativa economica a vini spumanti più prestigiosi. La sua crescita quindi sarà determinata dalla diffusione della sua immagine di convivialità ed informalità piuttosto che da strategie di prezzo, che rischierebbero anzi di banalizzarne il percepito qualitativo.”
Molto molto interessanti soprattutto le ultime 3 righe. Qual’è però il prezzo giusto per un prosecco doc o docg?
Caro Luca nella mia esperienza di trattative con fornitori, alcuni di servizi che hanno praticamento solo costi fissi, dico spesso che non mi sento di sindacare sul valore che ognuno ritiene di dare al proprio lavoro. Posso e devo valutare se ho i soldi per permettermelo e se il valore che ha PER ME supera o meno il costo.
In altre parole è giusto che ognuno dia (sappia dare) il valore al proprio lavoro, sarà poi il mercato (inteso come insieme di consumatori e concorrenti) a decidere se è corretto, caro o conveniente.
Parlando di prosecchi DOC e DOCG mi sembra giusto ricordare che la percezione delle diverse etichette/cantine non sono tutti uguali e quindi lo stesso prezzo può essere considerato caro per uno e conveniente per un’altro.
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