Non so se è proprio un “caso”, sicuramente è il mio caso.
Come sa già chi segue i miei blogs (questo e quello che scrivo su Vinix), a febbraio di quest’anno insieme alla cantina Bosco Levada abbiamo presentato il Prosecco DOC “Storie di Noir”. La caratteristica di questo vino è che nella cuvée, oltre alla Glera, abbiamo usato un 13-14% di Pinot Nero vinificato in bianco.
Vi risparmio tutti i problemi commerciali legati a presentare un nuovo prosecco nel pieno della crisi da pandemia del COVID-19, perché non direi niente di nuovo.
La situazione è quel che è, lamentarsene serve a poco; meglio cercare di affrontarla come si sa e si può.
Io quello che so e può è fare marketing e del marketing fa parte la comunicazione, che comprende anche la pubblicità (nel complesso quello che io nel mio concetto di Marketing Totale chiamo la P di “Percezione”).
Non disponiamo di grandi budget, anzi in teoria di budget non ne abbiamo proprio, però quando circa un mesetto fa su “L’internazionale” ho visto una pagina di pubblicità … della pubblicità su L’Internazionale, mi si è accesa la curiosità di scoprire se per caso la crisi della pubblicità non avesse reso abbordabile l’acquisto di una pagina.
L’obiettivo non era tanto creare conoscenza e reputazione della marca ma dare una mano alle vendite di Storie di Noir sui due e-commerce dove è presente: Tannico e Wineowine.
Così ho contattato la AME- Agenzia del Marketing Editoriale, concessionaria degli spazi su L’internazionale ed ho chiesto la quotazione per una pagina nel mese di dicembre.
La quotazione, che ovviamente per correttezza non dico, mi è sembrata buona e quindi ho cominciato ragionare sulla creatività (fatta in casa per risparmiare). Confrontandomi poi con un amico mi ha detto “Perché invece la pubblicità non la fai su facebook?”
Ho approfondito e queste sono state le mie scoperte/considerazioni.
- In termini di costo contatto tra la pagina su L’Internazionale ed una campagna decente di due settimane (stessa copertura con frequenza di almeno 3 viste del post sponsorizzato per ogni contatto) non c’erano grandi differenze.
- L’impatto della pagina su “L’Internazionale” rispetto al post sponsorizzato su facebook secondo me è superiore. Ricordo che la formula del GRP che trovate su Marketing Management del Kotler è GRP=RxFxI, ossia il Gross Rating Point è dato dalla Copertura (“R” di reach) moltiplicata per la Frequenza, moltiplicata per l’Impatto. Quando parlate con agenzie di pubblicità e concessionarie lo calcolano solamente come RxF, perché misurare l’Impatto è complicato. Questo però non significa che non ci sia e che il suo peso non sia importante.
- Il passaggio logico e fisico dall’Attenzione all’Azione (andare sui siti di e-commerce ed acquistare Storie di Noir), attraverso le fasi intermedie di Interesse e Desiderio (modello AIDA) è sicuramente più lungo, complesso e difficile partendo dalla pagina de L’Internazionale rispetto al post sponsorizzato di facebook.
- Malgrado il profilo dei lettori de L’Internazionale sia molto in linea con quello dei potenziali clienti di Storie di Noir, facebook permette una pianificazione molto più mirata e quindi, in teoria, una maggior efficienza dell’investimento. Soprattutto quando si può prendere la mira sui dati demografici e geografici oggettivi delle vendite su Tannico attraverso lo strumento di intelligence che mettono a disposizione dei fornitori.
- Nei 15 giorni (scarsi) di campagna su facebook si può correggere il tiro dei contenuti e della pianificazione in base ai risultati. La pagina de L’Internazionale lì è e lì resta.
Quindi alla fine mi sono deciso per fare la campagna su facebook. Questo il link alla pagina (sharing is caring): Storie di Noir – Prosecco DOC | Facebook
Ma quanto mi piacerebbe avere obiettivi strategici di costruzione della conoscenza e reputazione della marca a medio termine per poter pianificare su L’Internazionale.
Moltissime cantine si sono affidate a loro per aumentare immagine e business. E’ il caso della celebre azienda biologica Domaine Bousquet che ha costruito la sua fama su Instagram usando influencer con 10.000 follower o giu di li e adesso produce oltre sei milioni di bottiglie. Forse i due colossi social Facebook e Instagram stanno pensando di mettersi in tasca il gruzzoletto guadagnato dagli influencer?
Cosi, abbiamo un problema di soldi. Sai, la novita, d’accordo. Ma qui c’e un problemino un po’ piu grosso, diciamo globale, che riguarda potenzialmente sette miliardi di persone, con l’obiettivo di farglieli spendere, i soldi. Mister Zuckerberg, cioe Facebook, comparira settimana prossima davanti a un Comitato della Camera degli Stati Uniti per spiegare la sua moneta, Libra. In sostanza (stavo per dire: in soldoni) si tratta di una criptovaluta (tipo bitcoin) legata al valore del dollaro, scambiabile via Facebook, Messenger, WhatsApp. Siccome il ragazzo Zuckerberg non e per niente ambizioso, dice cose come “Reinventare la moneta”, e “Trasformare l’economia globale”. Al primo momento entusiasti, alcuni grandi gruppi del settore sono scesi precipitosamente dal carro: PayPal, poi Visa e Mastercard: grazie, il progetto e interessante ma abbiamo anche altro da fare, non saranno tra i soci fondatori. In ogni caso, molto probabilmente nel 2020 potremo pagare qualunque cosa mandando la cifra e un messaggio sul telefono. Comprare una Porsche a Singapore, spostare capitali ovunque, fare regali di compleanno, e saro pessimista io gia mi vedo i sacerdoti del “che figata!”, “smart!”, “il mondo cambia e voi state ancora li coi sindacati!”. Eccetera eccetera. Una banca, insomma, e contando gli utenti di Facebook, una banca con due miliardi e mezzo di potenziali clienti, cioe una mostruosita globale mai vista in natura (come tutte le banche, dira che fa tanto del bene, ovvio). Un bottoncino accanto al “like” con cui spostare soldi.