Parentesi politica

Sono sconcertato, allibito, allucinato…. ho finito le parole. Non sono il solo e mi sembra quasi ridicolo scriverlo in un blog che leggono da 10 a 15 persone.
Visto però che concetti simili a quelli che mi appresto a scrivero li ritrovo ogni tanto anche sui principali quotidiani nazionali senza che questo sposti di una virgola i termini del problema, scriverò anch’io il mio messaggio nella bottiglia provando a portare il mio granellino di sabbia alla costruzione di una amministrazione del potere più igienica.
Lo sconcerto mi viene dal totale corrispondenza che si è venuta a creare tra etica ed illecito penale secondo la quale un determinato comportamento è censurabile solamente se implica un illecito penalmente (neanche civile). La soluzione giuridica al problema della questione morale.
Vado all’esempio che magari avrete già intuito: le intercettazioni telefoniche in cui Berlusconi cerca di utilizzare la sua influenza/amicizia/potere per raccomandare diverse persone ad essere contrattate in RAI, al fino di spostare il voto di alcuni senatori e così far cadere il governo Prodi. Separo gli aspetti della questione:
1) Berlusconi ha raccomandato delle persone perchè venissero contrattate con soldi pubblici, perpetrando così una delle principali cause dell’inefficenza (costi eccessivi rispetto ai risultati) ed inefficacia (scarsi risultati) di tutte le attività gestite dalla Pubblica Amministrazione. Il paradosso è massimo se si considera che le persone che Berlusconi raccomandava a Saccà poteva molto più semplicemente inserirle nei cast delle produzioni Mediaset;
2) Berlusconi ha spinto queste raccomandazioni non per propri interessi o simpatie personali, ma per acquisire il voto di alcuni (un?) senatori e così modificare il risultato delle elezioni 2006, facendo cadere il governo Prodi.

Ecco, io non riesco a capire come nessuna persona che creda nell’opportunità di una gestione chiara e onesta della res publica, anche per il proprio interesse, non veda questo come un comportamento incompatibile con la funzione di Capo del Governo. Indipendentemente dal fatto che questo rappresenti un illecito penale o meno. Lo dico in altre parole: è ovvio che chi cerca di utilizzare il bene pubblico per i propri interessi, per di più aggirando le regole stabilite, non può continuare a disporne.

Invece passiamo da un’emergenza all’altra senza affrontarne nessuna (adesso c’è quella degli eventuali ministeri in cambio di favori sessuali) con gli esponenti della maggioranza a difendere le proprie posizioni sempre e comunque, Di Pietro, che non ha imparato niente dall’evidente ed ovvio fallimento di Mani Pulite nel risolvere il problema della corruzione (raccomandazioone) nella gestione dei soldi pubblici, ridotto ad una brutta copia di Beppe Grillo con uscite da avanspettacolo e Veltroni (che in teoria doveva ritirarsi dalla politica per dedicarsi al sociale finito il mandato di sindaco di Roma) che lancia la petizione contro il Governo Berlusconi come se fosse il portavoce di un qualsiasi comitato civico e non il capo di un partito che qualche mese fa alle elezioni ha ottenuto più di 12 milioni di voti.

Quanto più semplice ed efficace sarebbe dire sempre e solo (tutti i giorni, in ogni occasione) semplicemente che Berlusconi dovrebbe dimettersi non perchè indagato in vari procedimenti penali (la maggioranza degli italiani quando l’ha votato ne era perfettamente a conoscenza), ma perchè la sua condotta è incompatibile con incarichi pubblici? Così magari si riuscirebbe ad avere un po’ di vero confronto smettendo di predicare solo ai convertiti delle varie parti.

Cito Asterix (perchè è lì che l’ho letto la prima volta) delenda Carthago diceva il Grande Catone alla fine di ogni suo discorso in senato.

Perchè la comunicazione per essere efficace deve essere innazitutto rilevante e questo si ottiene attraverso la combinazione di contenuto, pressione e credibilità della fonte (probabilmente è qui che casca il palco)

Così sono anche riuscito ad inserire una postilla di marketing e chiedo questa digressione politica.

One thought on “Parentesi politica

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