PREMESSA: le cose semplici non sono (sempre) facili e le cose complicate non sono (sempre) difficili.
Spesso quindi le cose semplici richiedeno approfondite analisi per non essere affrontate in modo semplicistico, però il quotidiano incalza sempre di più in tutte le aziende, anche grazie alla facilità degli strumenti di comunicazione (oramai 50 e-mail al giorno sono una banalità).
Quanti di voi sono già in ritardo sui progetti previsti, ma malgrado questo ne aggiungono o ne devono aggiungere degli altri? E non perchè i primi vengano giudicati poco interessanti e quindi si decida di accantonarli, ma semplicemente perchè non si è in grado di fronteggiare la marea delle cose che succedono.
Il risultato è che si passa da una questione all’altra senza soluzione di continuità e senza avere la possibilità di preparala in modo, non dico adeguato, ma almeno decente. Però le questioni vanno affrontate e non ci si può esimere da dare il proprio contributo 8tanto più quanto più si sale nella gerarchia aziendale). in sintesi senza avere altre basi che la propria formazione/esperienza ed il proprio intuito si risolvono (???) questioni una dietro l’altra. Confesso che ogni tanto mi sento un idiota sapiente.
Sembra che la preoccupazione principale non sia di dire delle boiate pazzesche, quanto di dirle in fretta. Tra le tante qualcosa di buono ci sarà. Attenzione non è nemmeno che siamo così bravi da sbagliare poco, è che non abbiamo il tempo di prevedere (e quindi di misurare) gli effetti degli errori. Anche perchè tanto cosa fatta capo ha, e poi c’è una nuova questione da affrontare. Non è tempismo, è schiavitù del tempo
Dalla crisi uscirà prima e meglio (o non ci entrerà neppure) chi farà di più o chi farà meglio?
Qualche giorno fa parlavo con un top manager di un’importante azienda italiana che per poter sviluppare strategie di medio-lungo periodo ha creato la funzione del marketing strategico (presumo che non siano gli unici e magari neanche i primi). Adesso però hanno il problema di far funzionare coerentemente il marketing strategico, quello operativo ed il trade marketing. Non parliamo poi di integralo con le altre funzioni aziendali.
Che sono vecchia scuola credo si fosse già capito, ma io non ho mai voluto seguire nemmeno l’esempio delle multinazionali che qualche anno fa hanno organizzato il marketing per canale.
Ho sempre voluto che i miei collaboratori gestissero le problematiche dei diversi canali perchè questo permette di sviluppare strategie conoscendo le implicazioni operative legate alla loro realizzazione. D’altro canto non ho mai tenuto una persono per più di tre anni nella stessa posizione/marca per avere sempre freschezza di punti di vista.
Conclusione che forse c’entra poco: siccome a volte le cose semplici sono anche facili, parlando dell’importanza dell’allineamento tra marketing e vendite, quanti di voi che lavorano nel marketing leggono le circolari di vendita inviate dalla vostra azienda alla rete commerciale?
P.S.
Marco dice che dovrei usare dei titoli più esplificativi del contenuto e quindi, credo, più facilmente indicizzabili. Sicuramente ha ragione, però se uno non si diverte almeno quando scrive il proprio blog …
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