I PRezzolati delle webPR

Premetto che questo sarà un post un po’ lungo, ma posso già sbilanciarmi sul fatto che sarà interessante.
Premetto che da quando lavoro ho sempre creduto nella comunicazione attraverso le Pubbliche Relazioni, anche negli anni ’90 della crescita vertiginosa della pubblicità televisiva e quando la frammentazione delle audience non rendeva così difficile, come oggi, raggiungere ampi target di persone.
Il motivo di questa mia preferenza per le PR rispetto alla pubblicità tabellare (quella degli spot e delle pagine dei gionali per capirsi) è che ho sempre ritenuto che il rischio legato al minor controllo dei contenuti della comunicazione fosse più che compensato dall rilevanza e credibilità intrinseca che questi contenuti ricevono quando sono interpretati e diffusi da una terza persona, indipendente dall’azienda, che decide di parlare di un determinato argomento per libera scelta.
In altre parole non è più comunicazione aziendale, ma diventa comunicazione di quella persona (giornalista, opinion leader, etc..).
Probabilmente questa serenità nell’accettare la perdita di controllo dei contenuti mi viene dalla convinzione/presunzione che le attività ed iniziative che diffondevo attraverso le PR fossero interessanti per il pubblico a cui mi rivolgevo e che si basassero su fatti sostanziali e veri, evitando di blandire il pubblico con argomenti preconfezionati in base a quello che presumibilmente sarebbe stato bello dire.
In sintesi non ho mai pensato che la sigla PR stesse per Pranzi e Ricevimenti, come diceva una mia ex collega e non ho mai nemmeno immaginato (ingenuità) che rappresentare le due lettere iniziali della parola prezzolati.
Poi l’altro giorno ho ricevuto la mail che riporto qui sotto integralmente (per evitare che la sintesi mi porti magari a dare interpretazioni sbagliate).

Ciao Lorenzo,
sono omissis, Publisher Manager per l’Italia di nome società agenzia pan europea attiva nel Social Media Marketing.
Ti contatto perchè vorrei offrirti un tipo di collaborazione con la nostra agenzia per delle campagne video e content sul blog http://www.biscomarketing.it
Due parole su nome società. Ci muoviamo su due piani:
1) content seeding: ogni nostra campagna che va online ti arriva una mail con un brief, scegli se attivarti sulla campagna scrivendo un post su quell’argomento. Una volta scritto le nostre community manager l’approvano e il vostro post è online. Per questa attività percepirai un compenso dai 50€ in su a seconda del budget. Sei quindi tu che scegli se fare quella campagna e come farla.
2) video seeding: anche in questo caso ti arriva una mail per ogni campagna video che viene attivata e scegli se postare quel video sul blog. Ovviamente ti arriveranno le notifiche solo delle campagne del target che hai scelto al momento della registrazione. Per i video non c’è nessun post da scrivere ma solo il postare il video. Per questa attività le remunerazione variano tra click e visualizzazioni.
Secondo me il fatto che sei tu a scegliere se fare le campagne e come farle rappresenta un buon modo per non interferire con la tua linea editoriale.
Se sei interessato ti mando le informazioni su come iscriversi (molto easy, 2 minuti) e sei pronto a partire.
In attesa di una tua risposta ti auguro buon lavoro e ti ringrazio per l’attenzione
Cordialmente,
omissis

Preciso che non è la prima volta che come biscomarketing vengo contatto da agenzia di web PR e, malgrado Freud abbia affermato che le differenze dei comportamenti sono quantitative e non qualitative (credo), non ho mai trovato nulla di riprovevole alla mail che mi segnalava un’iniziativa/campagna e/o mi invitava a partecipare ad un appuntamento/evento in cui veniva presentata una determinata cosa. Ognuno decide chi invitare a casa propria e come accogliere gli ospiti. Quanto gli ospiti si sentano poi in obbligo con chi gli ha invitati sta alla sensibilità ed al libero arbitrio di ognuno.

Questa mail però è una cosa diversa. Intanto dubito che rientri nel codice etico dell’attività di PR e o marketing.
Secondo non condivido l’opinione di chi mi ha scritto che la collaborazione proposta non impatta sulla mia linea editoriale (parole grosse), visto che comunque il mio post prima di eesere pubblicato deve passare il loro controllo/censura. Non credo che se si aprisse con un bel INFORMAZIONE PUBBLICITARIAverrebbe approvato.
Per assurdo se l’argomento della campagna mi fosse sembrato tanto interessante da farci un post, nel momento in cui per quel post vengo pagato, cade tutta la mia credibilità. E la credibilità nella comunicazione è tutto.
Mi direte che cose di questo tipo si sono sempre fatte nelle PR off-line senza che si sapessero, ma la differenza sta proprio qui.
E’ evidente che negli ultimi 5 anni (o forse 10) il web è passato da rappresentare un pezzo di società (abbastanza omogeneo) a rappresentare LA SOCIETA’ semplicemente grazie alla sua diffusione ed è quindi evidente che on-line si ritrovano oggi le stesse patologie che esistono off-line (le persone sono le stesse).
L’on line mantiene però una grande differenza rispetto all’off-line costituita dal fatto che si tratta di un ambiente condiviso, dove tutti possono interagire in tempo reale. Sembrano frasi fatte, ma condividere in modo virale le informazioni è molto diverso che scrivere una lettera al direttore che (forse) verrà pubblicata un mese dopo. E’ questo che permette al web di auto correggersi.
Come dimostrano i post di Il Giornalaio, minimarketing, OLMR, non sono (ovviamente) il primo blogger che riceve una proposta di questo tipo, anzi.
Però fino ad oggi chi ci si è imbattuto ha mantenuto la discussione sui termini generali, tra l’accademico ed il rassegnato nel vedere che anche il sul web si stanno riproponde le stesse patologie dell’off-line. Ma il web può sviluppare gli anticorpi, scoprendo pubblicamente i comportamenti scorretti. Basta volere! Ed è questo l’invito che faccio in primis a tutte le persone serie che scrivono un blog.
Allora perchè i miei omissis nel riportare la mail? Proprio perchè il bello del web è che dà a tutti la possibilità di confrontarsi e quindi di spiegarsi. Non mi interessa fare il tribuno della plebe e non è giusto dare del filibustiere a qualcuno con leggerezza.
Quindi invito la società che mi ha inviato la mail a manifestarsi e spiegare le proprie ragioni con un commento a questo blog.
Hanno tempo fino a domenica prossima (intervallo settimanale classico di biscomarketing) viceversa gli omissis li svelerò io.
I miei rispetti a chi se li merita.

14 thoughts on “I PRezzolati delle webPR

  1. Ovviamente, c’è bisogno di pagare se la campagna NON è interessante e non se la fila nessuno :-) Te la vedi la Apple che paga i post sul nuovo iPhone?

  2. Caro Lorenzo mi ritrovo completamente nelle tue parole. Penso che forse saremo degli ingenui ma la gente saprà sempre chi ha davanti e a nostra volta possiamo guardare la gente dritto negli occhi. Non è roba da poco dopotutto. Così come l’hai presentato sembra tanto il modello di Buzza Paradise, ma potrei sbagliare. Hai già detto tutto tu troppo bene perché io possa aggiungere qualcosa. Non c’è niente da capire diceva una canzone, è tutto lì.

    Fil.

  3. Ciao Filippo, speravo di incontrarti a Brescia mo io sono arrivato venerdì.
    Non è Buzza Paradise, che non conosco, ma se sai per certo che operano in questo modo credo sia giusto segnalarlo.

  4. Il nome corretto – ho scritto male prima – è Buzz Paradise. Non so come sia il loro approccio con il publisher ma si occupano di campagne “non convenzionali” più o meno nelle stesse modalità che hai indicato tu. Penso che l’unica via per il blogger o per chi, più genericamente si occupa di editoria online, sia la trasparenza. Che poi il resto del mondo giudichi secondo i propri parametri e gusti. Ho un bel ricordo di te a SM come di un periodo in cui – non so se solo per merito tuo o per quello congiunto di tutti i tuoi collaboratori – sei riuscito a farmi apparire un’azienda di quella tipologia con un volto umano, pulito, onesto. Più di altre, per dire.

    A Brescia c’ero ma col cuore.
    Purtroppo siamo andati un po’ lunghi con la pubblicazione del nuovo Vinix che è stato rilasciato solo alle 18.30 di giovedì e come puoi immaginare ho dovuto seguire da vicino le ore immediatamente successive alla pubblicazione, momento troppo delicato per immergersi completamente in tutt’altro come richiede l’ewbc. Grande edizione immagino.

    Ciao, Fil.

  5. Cara Stefania, grazie della segnalazione. Secondo me comunque mail del tenore di quelle che hai ricevuto tu rientrano ancora in una dinamica corretta (non per questo efficace). Diverso quando c’è un compenso diretto e soprattutto una verifica dei contenuti da parte dell’agenzia.
    Ad ogni modo invito a segnalare in maniera circostanziata, ossia indicando i nomi delle agenzie, i comportamenti che ritenete non etici. Altrimenti resta solo accademia.

  6. Mah, la chiamata dell’agenzia per l’articolo a pagamento sul blog influente la ricevevo all’ordine del giorno un paio d’anni fa. Poi si vede che si è diffusa la voce che NON facevamo quel tipo di attività oppure hanno capito che era controproducente.
    Soprattutto sul food comunque, il vino trovo sia ancora molto più indietro quanto ad azioni intraprese dai soggetti della fileira pubblicitaria in senso ampio.

    Fil.

  7. C’è anche il rovescio della medaglia:

    - Dobbiamo scrivere un post su questa cosa sul nostro blog e abbiamo pensato a te
    - Volentieri, è il mio lavoro, queste sono le mie tariffe
    - Ma noi ti offriamo visibilità

    Sani.davide

  8. Ciao Lorenzo,

    la prima volta che sentii un’agenzia ammettere di avere ‘blogger’ a libro paga, ci sono rimasta malissimo; esattamente come la prima volta che un blogger mi chiese ‘quanto mi date se scrivo una rece sul tal vino’. La prima cosa che ho pensato è stato che non avevo capito niente fino a quel momento, che, insomma, il web non è esente dalle tradizionali dinamiche dell’off-line.

    Blogger, influencer, opinion leader (e tutte le altre categorie) hanno assunto un ruolo importante nella comunicazione; lo sappiamo, ce lo siamo detti, ce lo ripetiamo, ogni giorno. Sicuramente la relazione tra le aziende e il resto del mondo è cambiata e ancora cambierà, e a questa cosa ancora non siamo preparati: le aziende non hanno ancora la preparazione per comprendere quale sia la maniera migliore di muoversi e le agenzie usano nuovi strumenti per fare le stesse cose di prima; laddove regna la confusione tutto è possibile. Insomma, ancora il web solo come strumento e non come spazio.

    Io sono convinta che i migliori ambasciatori di un prodotto/azienda siano le persone che condividono principi e mission aziendali.
    Un blogger pagato per fare la reclame, diventa uno spot pubblicitario vivente, niente di più; molto più valore acquisterebbe lui, e il prodotto, se diversamente fossero condivisi progetti e obiettivi. Insomma, per la mia esperienza, i risultati migliori si ottengono non certo pagando un pacchetto di 10 post.

    A differenza di quanto dice Filippo, non credo che la gente sappia sempre con chi sta parlando; insomma, non è sempre facile distinguere un post marketta (o creato per generare traffico e buzz) da uno nato spontanemente.
    Pensiamo però anche all’altro lato della medaglia, il punto di vista del ‘consumatore’, destinatario ultimo di questo tipo di comunicazione: quante volte ci è capitato di leggere o veder qualcosa e pensare subito, a torto o a ragione, questo è stato pagato? Innescando così dinamiche di avversione (esagero) al prodotto…

    Pamela

  9. Pingback: Se non sei capace, dillo. (Bad PR Blues) | Le Relazioni Pericolosamente Pubbliche (PR Blues)

  10. Lorenzo fai bene, come ha fatto recentemente Stefania Boleso a segnalare e denunciare comportamenti scorretti. Quando leggo sulla rete situazioni simili, da addetta ai lavori, mi chiedo sempre chi possa essere cosi’ miope.
    Le PR per me e per i molti operatori che amano questo lavoro sono un’altra cosa…ed e’ piu’ divertente e gratificante farlo quando hai clienti “sfigati” che non hanno l’awareness e i prodotti di Apple. Perche’ devi trovare la notizia in mezzo ad informazioni varie, perche’ devi trovare i punti di forza dove apparentemente non ce ne sono. L’idea o il prodotto geniale non escono tutti i giorni e tutte le aziende quando hanno iniziato erano dei signori nessuno. No?
    Detto questo le PR on o offline sono CONTENUTI, RELAZIONE, FIDUCIA RECIPROCA e RISPETTO.
    Le PR non sono il marketing o il social media marketing o il marketing online.

  11. Pingback: I PRezzolati delle webPR scrivono per e-buzzing | BISCOMARKETING.it

  12. Ho ricevuto anche io simili ed esplicite proposte ma ho rifituato perchè il compenso era troppo basso o completamente inadatto alla linea editoriale del blog.
    Certo, se in futuro accettassi un’offerta del genere, in quel post campeggerebbe la tag “sponsor”.

    Cmq le cose sono molto cambiate rispetto a qualche anno fa, ora c’è un’overdose di informazioni e contatti difficile da gestire per i blogger noti.
    A volte non si tratta di parlare bene, a pagamento, di una notizia o prodotto ma di farsi pagare semplicemente per parlarne. Se in una settimana un blogger riceve 10 segnalazioni ugualmente interessanti e adatte al blog, ma ha il tempo e lo spazio per pubblicarne solo 2, quale sceglierà di parlare?
    Di quella più originale, oppure di quella a cui è più legato-coinvolto, oppure di quella per cui ha in cambio un interesse o compenso.

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