Alcune settimane fa Marisa di Radio DJ ha detto in onda una cosa del tipo “Ieri mi sono fatta una frittura, così, come se non ci fosse un domani.”
La frase mi ha colpito perchè la mia idea (le mie fantasie) di fare qualcosa senza pensare alle conseguenze è legata a cose un po’ più definitive che non un po’ di odore di fritto.
Ma mi ha colpito anche perchè mi ha ricordato tutti gli amici e conoscenti, direi la maggioranza, che non fanno mai una frittura perchè “la casa si impregna di odore”, non perchè non gli piaccia.
Sarà perchè ho (voluto) che la cucina fosse una stanza a parte, e quindi basta chiudere una porta e l’odore di fritto se ne va per la porta finestra, ma mi è sempre sembrato un modo artificiale di vivere la casa. Ci si sta sempre meno, ma si ha anche molto meno tempo da dedicarci e allora la si tiene in ordine “usandola” il meno possibile. Non so neanche bene perchè la si voglia così perfetta, visto che nel concetto di usarla il minimo indispensabile rientra probabilmente anche il fatto di ricevere sempre meno visite.
Il mio stupore poi sta anche nella temporaneità, e quindi limitatezza del problema, rispetto al grande vantaggio di mangiarsi una bella frittura di pesce (doppia puzza).
Al di là delle mie gratuite e superficiali valutazioni, resta la grande influenza che l’approccio nei confronti della casa (comprese le mode ddi dislocazione delle stanze e/o arredamento) ha sui consumi alimentari. Non ho, ovviamente, dei dati ma posso azzardare che il consumo di cavolo negli ultimi vent’anni sia crollato; questione di gusto o di odore?
Che ruolo ha giocato nel calo dei consumi di liquori e distillati la sparizione del mobile bar, “obbligatorio” in tutte le case degli anni ’70?
Procter & Gamble realizza già da anni studi antropologici sull’utilizzo dei suoi prodotti e delle categorie a cui appartengono, credo però che analizzare le tendenze dell’arredamento e dell’architettura domestica potrebbe permettere di anticipare alcune tendenze di fondo dei consumi alimentari.
L’anno prossimo vado al Salone del Mobile. Oggi intanto mi sono una frittura di alici e totani che era uno spettacolo!
bravo Lorenzo!
pensare in grande (o: laterale) è attività troppo intellettuale per chi viene divorato dall’ultimo taglio prezzo.
Diciamo quindi che chi non pensa in grande (o: laterale) non debba poi lamentarsi dei tagli prezzo.
Viva la contestualizzazione allargata del consumo mass market!
LBTZ
Bravo Lorenzo.. sei sempre “rinascimentale”…!