Tra il marketing dei beni di largo consumo e quello politico la differenza sostanziale è che nel primo caso battere ogni giorno la concorrenza sul mercato rappresenta il fine mentre nel secondo battere periodicamente la concorrenza sul mercato rappresenta il mezzo per poter realizzare il proprio programma.
Volendo adottare i termini del marketing classico si può dire che nel marketing politico vincere la competizione elettorale è il mezzo per far accedere e rendere utilizzabile il prodotto (programma politico) al mercato dei cittadini.
Tutto il resto del marketing è sostanzialmente equivalente.
In particolare la segmentazione degli elettori nel caso del marketing politico è di una semplicità quasi banale ed anche nel caso francese troviamo i 5 gruppi di elettori che caratterizzano sempre i i sistemi elettorali bipolari (N.B. il concetto non cambia sostituendo a neo gollisti e socialisti, partito X e partito Y):
- i due gruppi massimalimisti ai poli opposti degli schieramenti,
- quelli che votano i socialisti per convinzione (indifferente che nasca dalla condivisione del programma, da tradizione personale o famigliare oppure da simpatia verso il candidato) oppure come alternativa “meno peggio”,
- gli indecisi tra le due alternative,
- quelli che votano i neo gollisti per convinzione (indifferente che nasca dalla condivisione del programma, da tradizione personale o famigliare oppure da simpatia verso il candidato) oppure come alternativa “meno peggio”,
E’ importante sottolineare che nei diversi paesi, momenti e contesti (doppio turno o turno singolo) non cambia la struttura del corpo elettorale descritta sopra, ma cambiano però le dimensioni dei diversi gruppi con evidenti implicazioni sul risultato del voto.
Nel caso francese dopo il primo turno era chiaro a tutti che l’eventuale recupero socialista poteva avvenire solamente conquistando i voti degli elettori che al primo turno avevano votato il centrista Bayrou (elettorato già in partenza più vicino all’area gollista che non a quella socialista).
Partendo da questa evidenza, la strategia dei socialisti tra il primo ed il secondo turno appare come un caso di miopia di marketing che sfiora la cecità.
Nel dibattito televisivo Sarkozy ha trasmesso un’immagine da statista solido, concreto, cosciente della complessità della gestione dello stato ben distante dagli atteggiamenti da cow boy del primo turno, mentre la Royal si allontanata dalla serenità del primo turno, dando un’immagine quasi isterica.
Non caso dopo il dibattito TV il vantaggio di Sarkozy è ulteriormente aumentato e la risposta da parte socialista è stata quella di agitare lo spauracchio dell’esplosione delle periferie e della disgregazione sociale.
Se voi foste stato un elettore indeciso di centro (destra) preoccupato della sicurezza, della perdita di competitività del sistema paese e dell’efficenza dello stato chi avreste votato?
Gioioso dì.
Per chi vuole farsi anche una idea della campagna attraverso il manifesto elettorale:
http://sbloob.pt-art.it/index.php/2007/02/23/sarkozy-a-scuola-da-mitterrand-due-campagne-elettorali-a-confronto/
Caro dune, interessante il confronto tra le campagne Sarkozy e Mitterand. Hai per caso visto come era quella della Royal?
ti segnalo due blog su cui anche inserirsi
http://www.bloggers.it/progettomayhem/segolene-royal/nicolas-sarkozy/sarkozy/royal/n-e-s.htm
http://blog.panorama.it/mondo/2007/04/20/ma-quali-manifesti-i-politici-francesi-hanno-speso-tutto-per-blog-e-second-life/
una interessante analisi generale
http://www.voltairenet.org/article144730.html
ma anche di come la pubblicità si appropri di temi di attualità
http://blog.wynfo.net/?tag/intuition
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